AFOResISMI 2

Come dei pecoroni, molti politici vanno dietro a chi non vuole cambiare il Porcellum. Gregge elettorale.

Fra gli uomini di teatro è molto comune fare uso di anti depressivi. Sono attori di Prozac.

Il PD e il PDL raggiunsero l’accordo di Governo in Piemonte. Langhe intese.

Per cavalcare le onde del mare in tempesta ci vuole molta calma.  Surf control.

I musicisti sono come i politici. Vivono nell’affannosa ricerca di un accordo.

Quando è il momento di smettere di fare acquisti dovresti dirti: «Sospendere».

Loculista non fa differenza fra la vista e la morte.

Molte persone sono fastidiose come una mosca nella narice. In setto nasale.

Anche un suddito in una seconda vita può assumere una forma regale. Re incarnato.

Ogni anno non so mai bene dove andare in vacanze. Holiday confuse.

AFOResiSMI

Chi non ha il coraggio di firmarsi è davvero piccolo. Nanonimo.

L’avvocato guida la massa. Il principe del Coro.

L’Italia è una nazione che vive felice solo quando parla di calcio. Il paese del Bentegodi.

In ogni processo c’è sempre un avvocato che cita la famosa frase del Riccardo III  di Shakespeare: «Il mio regno per un cavillo»!

E’ una persona semplice che si diverte con poco. Unisce l’umile al dilettevole.

È venuto alla luce in un cesso di condominio. W C nato.

Chi ha paura di stare sdraiato non crede in sé steso.

Le favole dei rivoluzionari iniziano sempre nello stesso modo:«C’era una rivolta».

Perfino in Russia il Diavolo fa le pentole, ma non i copechi.

I vasi rotti preannunciano brutte novità.  Fiorierie di cattive notizie.

La Stanza degli EpiDrammi (in memoria di Gaio Fratini)

EPOpea

(Shwazer Positivo)

 

Vincesti con un pianto da bambino,

Tu, eroe dell’olimpiadi di Pechino,

Che oggi guarderai dalla poltrona,

sognando il pedagogo alla Sorbona,

De Coubertin, che in foto già ti urla:

“Fatal ti fu lo scarico alla Turca”.

 

 

 

 

L’audaci Imprese io canto

(Fornero & Marchionne)

 

Cassandra creduta, Elsa i suoi timori

annuncia per le sorti del paese,

lanciando strali su l’audaci imprese,

mentre per Sergio riserva solo cori,

quando l’incontra al bel sole agostano:

“Marchionne, continua a fa l’americano!”

 

 

 

Ultime novità

 (Silvio ci riprova)

L’anima di Vico s’agita in rimorsi,

Ché quel senza pudore di Brianza

Applica l’idea di storici ricorsi:

Forza Italia, scienza nuova avanza!

Una poesiuola sull’Essere tufaceo.

L’orvietano è un tipo strano

Col quoziente intellettivo

Superiore a ogni italiano;

Mica è come un primitivo

Del lontano pleistocene!

Egli è saggio e volitivo,

Parla come si conviene,

Educato e sempre a modo,

Gran contegno poi mantiene;

Non è mai fuori dal frodo,

Paga tasse nella media,

Non s’appella a nessun lodo.

Se non l’hai ti da una sedia

Per sederti se sei stanco

E non fa poi una tragedia

Se uno in fila in qualche banco

Passa avanti per far prima:

Ma lo guarda in volto franco

col sorriso che va in cima

senza far lamento o pianto.

L’Orvietano ha sempre stima

De la gente che gl’è accanto

E l’invidia non lo tocca

Se i paesani in giro intanto

Han fortuna sulla rocca

O anche fuori per il mondo

È contento e mica sbrocca!

Invece è lieto e pur giocondo

Di sentir che c’è qualcuno

Che ha vissuto fino in fondo

Ed in modo assai opportuno

Ha donato lustro a Orvieto:

Fosse medico o tribuno,

Ingegner, plantageneto,

manager e finanziere

o massone in gran segreto.

L’Orvietano ha gran mestiere,

Anche in quello che non fa.

Lui può esser pasticciere,

Falegname in libertà,

Insegnante liceale

O Professore in facoltà,

Letterato mai banale

Ed esperto in ogni cosa:

Di politica locale,

Della rima e della prosa,

pure dell’alta finanza

o della vita religiosa,

del velluto e dell’organza,

del sociale e della psiche,

della grande transumanza,

dei romani e delle bighe,

degli aztechi e degli ittiti,

delle squadre e delle righe,

dei bulloni e delle viti,

della vite e delle olive,

dei computer con i siti.

Tanta roba ben gli vive

dentro quella grigia gabbia,

col saper tocca le rive

e sa nutrir la secca sabbia

che germoglia verdeggiante;

non c’è cosa che non sappia,

è un tuttologo importante

un ingegno che non falla

e non risulta titubante

quando pensa, quando parla,

quando esprime un suo parere.

Su una cosa mi traballa

Ed ognun lo può vedere:

Egli è chiuso ed arroccato,

Non sa mai come godere

E di se rider beato.

Guarda sempre a muso duro

Il vicino o chi gli è al lato:

Guai a prenderlo pel…Naso