L’eterno ritorno a sinistra.

Credo sia necessario, per creare o ri-creare una nuova Sinistra, ripensarne in toto chi e cosa dovrebbe rappresentare.
Bisogna a mio avviso ripartire da zero o meglio un grado zero della sinistra per dirla con Barthes, immergendosi nelle acque dell’oblio per dimenticare tutto quello che la sinistra è stata, nel bene e nel male.
Abbiamo bisogno di un Soggetto nuovo, nel senso di un “uomo” che punti lo sguardo in avanti, che non si volga nostalgicamente al passato, un “uomo” che non trascuri quello che ha intorno a sé, ma che di tutto questo riesca a fare una sintesi.
Immagino una sinistra diversamente assistenzialista, una sinistra diversamente impegnata, una sinistra diversamente radical chic, diversamente operaia, ma anche diversamente borghese.
Una sinistra che sappia coniugare l’alto della cultura accadamenca e il basso della cultura popolare, che sappia difendere ad un tempo i diritti del lavoratore dipendente e quelli del datore di lavoro, degli imprenditori e dei liberi professionisti.
Una sinistra che però abbia posizioni nette su questioni importanti e le affronti senza demagogia strumentale, soprattutto a fini meramente elettorali: il fine vita, le unioni omosessuali, l’assoluta laicità dello stato, e di conseguenza la NON Ingerenza della chiesa su questioni che con essa hanno poco o nulla a vedere.
Io da canto mio immagino una Sinistra che ancora non c’è, ma la immagino, e come diceva Einstein: “l’immaginazione è più importante della conoscenza”.
Detto questo dovremmo ridefinire prima di tutto anche cosa sia l’uomo e cosa si sia disposti a cedere per far sì che rimanga il fine e non il mezzo. Più che soffermarci a discutere sulla natura della democrazia, dovremmo ragionare sulla democrazia della natura, capire cosa sia natura e cosa non lo sia; quanto essa incida sui processi del nostro vivere come esseri culturali (che è quasi un ossimoro) e quanto invece l’uomo abbia inciso sui processi della natura e della Sua natura. Coniugare quindi quelli che sono gli aspetti costruiti dell’uomo e dall’uomo con quelli che invece sono dell’uomo prima che diventasse un soggetto riflettente su se stesso e su ciò da cui era circondato.

Ripartire quindi dall’essere umano, che è via via diventato essere dis-umano, non nel senso negativo e letterale della parola, ma semplicemente perché si è allontanato da quello che lo rendeva solo umano. L’economia, la politica, la religione, la distinzione razziale, la filosofia, la cultura e l’arte in genere sono quelle attività che hanno contribuito alla dis-umanizzazione contemporanea. Una volta riaffermato l’essere umano e l’umano essere in quanto tale si potranno a mio avviso riempire nuovamente di significato tutte queste attività, con cui tentiamo di descrivere e definire l’Evento umano. Tali attività, che arricchiscono l’Evento umano, allo stesso tempo lo de-limitano, poiché lo inquadrano in strutture limitate, incapaci di contenere un’umanità sempre tesa ad andare oltre se stessa. Bisogna volgersi a un progressismo orizzontale allargato, così da creare una base ampia sulla quale poi poggiare e ri-costruire l’idea di sviluppo, che credo appartenga meglio ad una sinistra in continua evoluzione, che non ad una destra “involuzionaria”.

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